Focus On_Irene Dorigotti

Sono diventata foresta.
Vita reale di un animale trasportabile.

Una ricerca di memorie, scarti, spezzoni, biografie reali e immaginarie che vengono trasfigurate attraverso una lente caleidoscopica.

Gli “oggetti specifici” di Irene Dorigotti sono innumerevoli. Tutti insieme concorrono a riempire quello zaino da boy-scout che gira tra storie, paesaggi, persone che hanno avuto a che vedere con Irene.  Sì, una borsa con doppio e triplo fondo che questa mostra ha il pregio di aprire e farci vedere all’interno, invitandoci a giocare con gli oggetti di Irene: video, ricordi, viaggi, confessioni. Nelle dissolvenze tra un “oggetto” e l’altro, possiamo ritrovare i nostri ricordi, i viaggi fatti o desiderati, i nostri più intimi sentimenti. Perché Irene è così, ama giocare con l’immagine e con il suono come una bambina e ci invita a fare altrettanto, magari guardando il soffitto per sentirci più piccoli. O camminando tra le insidie e le meraviglie di un bosco, specchio magico in cui riflettersi e perdersi.

Massimiliano De Serio

Irene Dorigotti ci propone una cosmogonia fatta di ritagli, scarti, rifiuti presentati in un dispositivo che li valorizza facendone una macchina del tempo e dello spazio che ci porta in momenti e luoghi differenti. Il tema non è uno solo, sono tanti, come le impressioni, gli spunti, le sollecitazioni all’archivio della memoria di ognuno di noi, vero o costruito dal bombardamento di immagini cui siamo quotidianamente sottoposti. Non è importante il dove, neppure il come e il quando, ciò che colpisce è lo sguardo intimo complesso dell’artista, la rappresentazione di mondi diversi che ci vengono restituiti dalla sua sensibilità e dal suo singolare approccio alle immagini che incontra. Il punto di vista di Irene è intimo, particolare, unico ma al tempo stesso portatore di un sentimento, di un feeling universale, che ci esorta a perderci nella sua installazione. Le parole di von Dorigotti sono immagini, così come le sue immagini, fosse o in movimento, sono racconti di mondi “altri” lontani e prossimi al tempo stesso, parte di noi non sappiamo neppure da quando.

Alessandro Stillo

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